I TEMPLARI: TRA REALTA’ E LEGGENDA
Non nobis Domine, non nobis,
sed nomini Tuo da gloriam


I Templari, o meglio l’Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone, se non è stato il più importante tra gli ordini cavallereschi è, senza dubbio, quello che ha destato il maggior interesse nel tempo.
Di quest’Ordine si sono occupati un po’ tutti: Papi, storici, boia, esoteristi e scrittori, non ultimo Franco Cuomo dalla cui penna è nato Gunther d’Amalfi, cavaliere templare.
Esaurita questa brevissima premessa, ci occuperemo ora della storia dell’ordine.
Nel 1118, a pochi anni dalla conquista di Gerusalemme ad opera dei Crociati, un nobile francese della regione della Champagne Hugues de Payen, assieme ad altri otto (o nove) connazionali, diede vita al primo nucleo dell’Ordine con lo scopo di rendere più sicure, per i pellegrini, le strade della Terra Santa.
Ma già su questa versione non tutti gli storici sono concordi in quanto altri sostengono che, in realtà, il fondatore dell’ordine sia stato un italiano: Ugo di Pagani, nativo di Nocera.
Hugues del Payen era in ottimi rapporti con Bernardo di Chiaravalle – all’epoca la maggiore autorità ecclesiastica – che, probabilmente, intervenne in suo favore presso il Re di Gerusalemme, Baldovino II, affinché assegnasse a questo nucleo di cavalieri una sede adeguata ed il Re concesse loro di risiedere in quello che si credeva una parte dell’antico Tempio di Salomone.
Per questo motivo, diciamo così, logistico, i cavalieri presero il nome di Cavalieri del Tempio o Templari.
Bernardo di Chiaravalle, fondatore dell’Ordine Monastico dei Benedettini Cistercensi, è anche l’estensore della “regola” dei Templari, che venne approvata nel 1128 dal Concilio di Troyes ed il 29 Marzo 1139 con la bolla Omne datum optimum il Papa Innocenzo II riconobbe ufficialmente l’Ordine del Templari, il cui motto era “Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam”.
Gli anni che seguirono furono un susseguirsi di successi militari ai quali fecero seguito tante conversioni, lasciti in terre e danaro, esenzione dalla decime. Tali successi, comunque, portarono in sé l’inizio della fine del Cavalieri del Tempio in quanto provocavano le invidie di altri ordini, quali gli Ospedalieri, loro acerrimi avversari politici.
Ma non solo, la stessa Corona di Francia aveva dovuto ricorrere a prestiti provenienti dalle casse dell’Ordine del Tempio per finanziare delle imprese militari e si trovava in difficoltà a restituirli.
Nel 1291 cadde la roccaforte di San Giovanni d’Acri e si concluse anche l’epoca delle Crociate: i Cavalieri del Tempio trovarono rifugio a Cipro.
Dopo aver fissato su quest’isola il loro quartier generale (Commandatura) tentarono, assieme ai superstiti dell’Ordine degli Ospedalieri (i futuri Cavalieri di Malta), di organizzare una nuova Crociata.
Le loro ricchezze erano ancora immense ed i possedimenti immobiliari intatti ma, ormai, in Europa l’interesse per la Terra Santa andava scemando e le eroiche imprese dei monaci dell’Ordine del Tempio passarono nell’oblio.
Quindi, a poco a poco, i Cavalieri cominciarono a tornare ai loro paesi d’origine.
In Europa, nel frattempo, i Templari avevano fondato numerosissime “case” ed in ragione delle loro esigenze finanziarie era stato loro concesso di acquisire proprietà terriere e beni materiali, in palese contrasto con quanto stabilito per altri Ordini Monastici, ma similmente a quanto previsto, invece, per altri Ordini Militari.
I Templari, oltre ad amministrare direttamente i propri, si occuparono anche di tenere in deposito beni altrui, utilizzando forme che ricordano l’attuale conto corrente bancario di corrispondenza.
Basta ricordare che, come brevemente già accennato prima, nel corso del XIII secolo i Templari svolgevano la funzione di tesorieri del Re di Francia.
In moltissime occasioni questi Cavalieri erogarono mutui e prestiti alla nobiltà del tempo; inoltre, erano assolutamente indispensabili per i trasferimenti di danaro, soprattutto in Terra Santa e verso l’Oriente. A loro è anche attribuita l’invenzione dell’assegno bancario.
In pratica, i Templari erano diventati uno stato nello stato ed, inoltre, si erano rivelati essere una potenza economica soprannazionale in quanto “case templari” erano sorte in tutti i paesi d’Europa, dalla Scozia alla Sicilia e dalla Lusitania alla Lombardia.
In poche parole: erano divenuti scomodi sia per il Papato, sia per il Trono dei Gigli.
Provvidenzialmente per questi ultimi, nel 1305 una serie di denuncie fatte da Esquiu de Floryan, sulla cui fondatezza vi è molto da dubitare, portarono l’Inquisizione francese a muovere ai Templari gravissime accuse di blasfemia, eresia e sodomia, e più precisamente:

- di procedere ad una iniziazione segreta, ove al postulante veniva chiesto di sputare sul crocifisso e di rinnegare Gesù Cristo,
- di celebrare la Santa Messa priva delle formule relative alla consacrazione,
- di adorare un idolo chiamato Baphomet,
- di praticare la sodomia.

Voci abilmente messe in circolazione (probabilmente dallo stesso Re di Francia e dall’Inquisitore di Parigi) contribuirono a creare un alone di mistero e di fascino attorno ai Templari.
La credenza popolare che Parsifal, personaggio creato dalla fantasia di Chrétien de Troyes, basandosi su alcune leggende che si perdevano nella notte dei tempi, altri non fosse che un Templare ante litteram, si andò radicando sempre più e, tra il popolino, si vociferava che il Graal non fosse nascosto nella fortezza catara di Montségur, ma in una Casa templare.
Le fortune dei Cavalieri del Tempio volgevano al termine: il 13 Ottobre 1307, per ordine del Grande Inquisitore di Francia, il domenicano Guglielmo Imbert, e del consigliere del Re, Nogaret, vennero arrestati e sottoposti a tortura tutti i Templari di Francia.
Al concilio di Vienne (22 Marzo 1312) Papa Clemente V, pesantemente condizionato dal Re di Francia Filippo IV il Bello, decretò la soppressione dell’Ordine del Cavalieri del Tempio.



Il 18 Marzo 1314 l’ultimo Gran Maestro dei Templari Jacques de Molay, assieme a Geoffrey de Charnay, venne arso vivo su di un isolotto della Senna a Parigi.
I pochissimi superstiti trovarono rifugio in Spagna ed in Scozia dove, per fortuna loro, non furono perseguitati, ed a poco a poco si dispersero: i confratelli dell’Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone erano usciti dalla storia, ma stavano entrando nella leggenda.
I due maggiori artefici della fine dei Templari morirono poco dopo l’esecuzione dell’ultimo Magister Templi: Clemente V il 20 Aprile 1314 e Filippo IV il Bello il 29 Novembre dello stesso anno.
Si dice – infine - che, quando la testa di Luigi XVI Capeto cadde sotto la ghigliottina, dalla folla si levò un grido: Jacques del Molay, ora sei vendicato!
Avv. Manlio Dozzo